Titolo: Il diavolo nella cattedrale
Autore: Frank Schätzing
Genere : Ingenuità
pagine: 168
prezzo: meno male che l'ho trovato a 8.50,00€
Questo è un'altro di quei libri che tirano fuori dopo che un titolo ("il Quinto giorno" nel caso specifico) dello stesso autore ha avuto successo. E anche questa volta non era il caso.
I soliti prezzolati recensori parlavano di un thriller di notevole originalità, altri ancora decantavano intrecci di mistero con arguzia e ruvidità. A quanto pare solo LA NAZIONE ha avuto un po' di pudore ed ha vagamente accennato ad una storia che intreccia fiction e realtà senza attribuire aggettivi ne entusiasmo. Ed io? Cosa ne penso io?
Se fossi cattivo (e lo sono) potrei sostenere che i tedeschi da dopo il nazismo e la seconda guerra mondiale non si sono più azzardati a creare una qualsiasi trama di rilievo ed il mio riferimento non è, evidentemente, solo letterario.
Avevo cominciato a leggere quasi speranzoso questo libro perché la sua ambientazione mi sembrava originale per un giallo (giallo?). Colonia anno 1260. Poi però mi sono ritrovato davanti al solito eroe che piace alle donne e che anche se in evidente svantaggio è destinato a vincere. Nel catalogo c'è anche il cattivo che se è cattivo non è proprio colpa sua e che comunque apparentemente sembra invincibile. Infine non mancano una serie di personaggi che nel 1260 non sono timorati di Dio e posso dare un apporto razionale alla storia (ti pare?).
Ma veniamo alla trama. Jacop è un senzatetto che vive di espedienti e furti nella Colonia del 1200 (quasi 1300). Secondo l'autore piace molto alle donne perchè , nonostante mangi una volta ogni tanto, sia di costituzione mingherlina e non si lavi praticamente mai.. bhe... è una specie di rasta rosso di pelo e nessuna femmina può resistere dall'infilargli la mano tra i capelli. O le donne in Germania hanno questo tipo di feticismo e nessuna paura dei pidocchi, oppure già nelle prime pagine del suo primo romanzo il Caro Frank ha voluto infilarci una sua fantasia omosessuale.
Questo popo' di uomo si trova suo malgrado testimone di un omicidio: arrampicato su un albero per rubare delle mele vede il più grande architetto dell'epoca, Gerard, spinto nel vuoto dalle finestre della sua cattedrale in costruzione. Apparentemente il colpevole di questo misfatto è il Diavolo in persona, anche se non si capisce perchè con i poteri che ha a sua disposizione il Maligno si limiti a prendere a calci in culo le sue vittime. Ed infatti al povero Jacop nessuno crede. Però andando in giro a raccontare la storia collezionerà morti, i suoi vecchi amici e conoscerà, oltre ad una nuova amica con le tette grosse e lo spirito da crocerossina, Jaspar un prevosto (una specie di parroco) più illuminato di Einstein che non crede nel Diavolo e che pensa che Dio abbia altro da fare che occuparsi degli accadimenti terreni (1260!!).
Comunque il povero Jacop scoprirà presto di essere capitato nel mezzo di una faida tra i nobili dell'epoca e l'Arcivescovo Konrad. I nobili consociatisi per uccidere l'Arcivescovo, colpevole di inibire il loro potere, hanno assoldato il misterioso ed invincibile Urquhart , un "sandrone" di 2 metri con capelli biondi fino alla cintola che uccide a pagamento senza il minimo scrupolo. Ma chi è Urquhart, apparte essere un'altra delle fantasie omosessuali dell'autore? Si scoprirà alla fine essere nientemeno che il principe di Lochness (si proprio dove sta il mostro) impazzito durante una crociata per aver visto una strage di infanti. Dunque lo sfigato vince, il cattivo viene assolto con la morte e l'attentato all'Arcivescovo fallisce. Naturalmente nessuno dei "popolani" coinvolti viene punito per aver intralciato i voleri dei nobili (che nel corso della storia si uccidono anche tra di loro pur di portare a compimento il proprosito).
Una trama di una leggerezza disarmante. Anche i morti non causano vero dispiacere nel lettore. Muore un amico di Jacop, che comunque sarebbe morto di un brutto male alle vie respiratorie, viene uccisa una prostituta che si illudeva di essere una prequel di "Pretty Woman" (dunque meglio morta che disillusa), viene assassinato il servitore scemo di Jaspar (troppo scemo per campare) ed infine muore il nobile che aveva tradito i nobili (l'infame... che te lo dico a fare?!").
Ho letto il giudizio di alcuni che hanno accusato l'autore di aver esagerato con la descrizione di Colonia. Io invece l'ho trovata l'unica cosa interessante, almeno ora ho delle conoscenze storiche che prima non avevo, mentre la trama non mi ha lasciato nulla se non il solito pensiero dedicato agli editori: Ma perché non fate gli editori invece che i mercatari?
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